Monte Corno
descrizione itinerario
testo ed immagini di Roberta Andreatta

Raggiunta la città di Rovereto, si lascia alle spalle il Museo della Guerra (di cui si consiglia vivamente la visita, per un approfondimento tematico relativamente alla Grande Guerra, al fine di contestualizzare storicamente e nella maniera più completa le escursioni in oggetto al sito) e si prende per Pian delle Fugazze. L'attenzione dell'escursionista sarà certamente attirata, dopo pochi minuti di viaggio, dall'Eremo di S.Colombano (sec.XIV) che, situato alla destra di chi percorre la S.S n.46 da Rovereto in direzione Vicenza, testimonia, incassato nella roccia, a strapiombo sul torrente Leno, lo spirito anacoretico tipico del Medioevo, impegnato non solo nella preghiera, ma anche nella crociata contro la mentalità magico superstiziosa che, spesso in quei secoli, si sovrapponeva all'ortodossia.

Eremo di San Colombano
   
Eremo di San Colombano
Di seguito, lasciata la S.S n.46, si svolta a sinistra e si seguono le indicazioni per il Rifugio Lancia. Attraversati gli abitati di Toldo, Moscheri, Boccaldo, si prosegue su una carreggiata che, pur ancora asfaltata, si restringe notevolmente e s'inerpica con ripidi tornanti verso la montagna. Oltrepassato il nucleo di Giazzera, si continua su percorso sterrato, superando un piccolo cimitero militare austriaco, posto in una radura al limitare del bosco.
cimitero austriaco di Malga Keserle In prossimità di Malga Keserle si lascia l'automobile e ci si avvia lungo il sentiero SAT n.122 (mt. 1407) che ha sviluppo nelle immediate vicinanze di una "calchera" (struttura in muratura, alimentata a legna, nella quale erano inseriti i sassi di calcare, destinati a bruciare ininterrottamente per giorni e notti per ottenere la calce).
In alternativa si può lasciare il proprio mezzo in un ampio parcheggio (detto"Sasson"), ca. 300 mt. più avanti.
Dopo ca. mezz'ora di cammino, il sentiero esce dal bosco e prosegue lungo una zona prativa molto ampia. In lontananza, alla sinistra di chi sale, si scorge Malga Zocchi (mt. 1632), comando militare di zona che fu primo luogo di prigionia per Cesare Battisti. Quelli che oggi si mostrano come verdi prati a pascolo, furono allora luoghi di scontro, come testimoniano le piccole conche ora dolcemente erbose, originate invero da scoppi di granate.

segnavia 122

segnavia 122

 

 

cimitero austriaco di Malga Keserle
       

In prossimità di Malga Zocchi precise indicazioni indirizzano verso Bocchetta dei Foxi e Selletta Battisti; sul terreno si notano presenze di trincee di collegamento, probabilmente a quelle situate a quota 1800.
Il dolce declivio risalito sin qui, s'arresta alla Bocchetta: precipitosamente discende ripida la vallata (Valle di Foxi, laterale della Vallarsa), fino all'abitato di Anghebeni, raggiungibile percorrendo il segnavia n.102 (la prima parte del tracciato si sovrappone a ciò che rimane di una trincea militare).
Di qui, a sinistra per Rifugio Lancia, a destra per Corno Battisti.
Dopo ca.15 minuti di cammino si raggiunge Selletta Battisti (mt. 1718: limitato pianoro di poco precedente il Corno, oggi con cippi a altare a ricordo di quanto accaduto.
Dominando le aree boschive sottostanti e continuando sul tracciato prevalentemente roccioso, si arriva, dopo qualche minuto, alla sommità del Corno.) ed è splendido lo scenario a tutto tondo che si offre agli occhi dell'escursionista: da ovest il Gruppo Adamello, il monte Altissimo, il monte Baldo, in primo piano il monte Zugna, e ancora, Cima Carega, il Gruppo del Pasubio con, ben riconoscibili, il Dente Italiano e il Dente Austriaco, di fronte il monte Roite. Ben diversi gli interessi (logistico-bellici) che muovevano pensieri e azioni dei contemporanei di Cesare Battisti, in ordine a queste montagne

malga Zocchi
 
   
malga Zocchi
Dalla postazione della mitragliatrice posta verso la Vallarsa è possibile osservare, poco sotto, la cosiddetta "Cima Alta", base rocciosa isolata, incredibile avamposto italiano.
Per coloro che desiderassero affrontare la parte attrezzata del sentiero Galli n.122, si consiglia l'attrezzatura sufficiente e necessaria per percorsi in galleria. Si ritorna alla Selletta Battisti, si scende lungo il versante ovest della montagna, con tratti esposti, protetti da cordino metallico, aggirando in tal modo il Monte Corno; dopo una ventina di minuti si giunge su una piccola cengia all'ingresso del complesso sotterraneo, principio di un'interessante visita alle molteplici gallerie, italiane e austriache, presenti nelle viscere del monte (evitate di intrdurvi in cunicoli interdetti da apposita segnaletica, il perico di crolli improvvisi in questi tratti è elevato).