Monte Pasubio  - Dente Austriaco
BCMV

Panoramica sulla parte centrale del massiccio del Pasubio dal Monte Corno di Vallarsa

I Denti visti dal Monte Corno di Vallarsa
per ingrandire premerre sulla foto
La guida fotografica viene publicata solo per consentire la visione e conservare la memoria del sistema fortificato austriaco.

Si sconsiglia vivamente l'accesso alle gallerie e ai condotti sotterranei a causa del rischio concreto di crolli improvvisi.

Una particolare fonte di pericolo è costituita dalle numerose diramazioni sotterranee, ci si può perdere con estrema facilità.

 

 


percorso bibliografia fototeca itinerari biblioteca
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CENNI STORICI
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La zona dichiarata monumento nazionale, occupa la parte più elevata del Pasubio: 2200 mt. Vi si accede agevolmente per la mulattiera che da Porte del Pasubio sale per il costone meridionale del Palon. Via via che ci si innalza per il pendio le testimonianze dei terribili bombardamenti si fanno più eloquenti.

Ingresso della Galleria Generale Papa

Tutta la montagna appare ancora sconvolta, alle rovine causate dal fuoco delle artiglierie si sono aggiunte quelle delle innumerevoli opere di difesa e di offesa crollate e distrutte nel corso degli anni.

Nei pressi dei ruderi dell'ex rifugio militare si trova l'ingresso della Galleria Generale Papa, che serviva per il transito dei soldati italiani verso le postazioni in caverna di prima linea.

Dalla cima del Palon si prosegue lungo la cresta del Dente Italiano, per poi ridiscendere tra gli sfasciumi causati dall'esplosione della mina austriaca del 13 marzo 1918, caricata con 50.000 Kg di esplosivo. Sotto i massi giacciono ancora sepolti i soldati italiani rimasti vittima della terrificante esplosione .

Cima Palon, entrata e interno
delle gallerie italiane
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collezione BCMV
Superata la selletta tra i due denti si sale, attraverso una scalinata, sino alla sommità del Dente Austriaco.
Sulla cima si possono vedere i resti delle formidabili difese austriache; trincee scavate nella roccia e rafforzate da opere in cemento armato. Il Dente era stato ridotto ad una fortezza sotterranea con vari ordini di gallerie sovrapposte, delle quali la Ellison (galleria di mina) si spingeva fino a 25 metri di profondità.
Per la sola difesa ravvicinata le postazioni in caverna disponevano di sei lanciabombe pesanti, sei medi e sei leggeri, 8 lanciagrante medi, 4 piccoli, un grande lanciafiamme, due medi e uno piccolo. Completavano la fortezza austriaca due sale macchine, una sala compressori, 4 caverne ricovero, postazioni per riflettori, per mitragliatrici e segnalazione ottica, una cisterna per l'acqua potabile, impianti di ventilazione, una centrale telefonica, caverne per la sanità, una sezione comando, una sala controllo per la distribuzione dell'energia elettrica.
caverne nel Dente Italiano
Già nel 1931 la guida "Sui campi di battaglia", pubblicata dal Touring Club Italiano, ammoniva che per visitare le gallerie: "occorre assolutamente essere guidati dal custode della zona sacra".
Caverne nel Dente Italiano,
collezione BCMV
Sommità del Dente Austriaco, trincee in cemento
Oggi buona parte del sistema sotterraneo è ostruito da materiale crollato. Ai cunicoli, ancora percorribili si accede attraverso la trincea in cemento armato, posta sulla sommità del Dente.
Le postazioni di mitragliatrici prospicienti le prime linee italiane non sono più raggiungibili. Lungo la galleria principale si incontra a sinistra una prima deviazione che attraverso un pozzo di ventilazione porta ad una caverna ricovero. Proseguendo attraverso il condotto principale, tra materiale crollato e pezzi di roccia che pendono dal soffitto minacciando di cadere, si incontrano in successione sulla destra tre diramazioni per le postazioni di artiglieria e i riflettori che battevano il fianco orientale del Dente. Oltre, varcando gli stipiti di una porta blindata, costruita senza particolare successo per proteggere nella guerra di mine la guarnigione dalle esalazioni di ossido di carbonio, si penetra nel Duomo.
Sommità del Dente Austriaco,
trincee in cemento
,
collezione BCMV
Attraverso una lunga scalinata in cemento ad andamento semicircolare e successivamente rettilineo si scende al livello sottostante. Alle pareti sono ancora visibili i ganci dei fili del telefono e dell'alta tensione.
Nella parte finale si incontra sulla sinistra la caverna delle sale macchine, sul pavimento pezzi di tubi arrugginiti e materiale isolante, a lato della sala macchine si scorge un piccolo magazzino con sacchi di cemento pietrificati dall'acqua filtrata dal soffitto.

Alla base della scalinata una porta con stipiti in legno immette nella galleria Ellison. Il ramo meridionale parzialmente ostruito conduceva alle camere di scoppio delle mine.
Il condotto a nord scavato nella roccia viva, si dirigeva verso le postazioni in trincea prospicienti la zona Sette Croci. Questa galleria di collegamento è rinforzata in alcuni tratti con rivestimenti di cemento, percorrendola si incontrano sulla destra le diramazioni per le caverne di artiglieria del versante occidentale, sul pavimento materiale minuto abbandonato dai soldati austriaci. Dopo un tratto rinforzato con armature in legno, ora in disfacimento, la presenza di una vasta frana ci impedisce il proseguimento. A fatica si esce all'aperto sulla destra da una piccola fenditura nella roccia.