La grande guerra in Val d'Adige

Filippo Tommaso Marinetti

con Boccioni a dosso casina (parole in libertà)

 

IL MONTE ALTISSIMO E I FUTURISTI

di Roberta Andreatta

La piccola Rovereto, agli inizi del 1900, ospitava una delle Scuole Reali che l'Austria aveva provveduto a diffondere nelle sue province, nell'ottica di una formazione scolastica (nel senso etimologico del termine) dei sudditi dell'Impero. I programmi erano severi e approfonditi nell'indirizzo tecnico-artistico, al fine di promuovere un largo impiego dell'arte applicata (e asservita) al mondo economico.
Rovereto era certamente adatta, nel proporsi quale fertile terreno d'attecchimento per iniziative culturali, in sinergia con il mondo economico, delle attività umane, artigianali e industriali che pullulavano sul territorio locale. Per questo motivo fu selezionata su Trento e Innsbruck, Rovereto offriva un qualificato e vivace repertorio socio-economico.
Alla Scuola Reale della città approdò Fortunato Depero, nativo di Fondo (Tn 30-03-1892), figlio di un regio imperiale gendarme austriaco. La cultura dell'epoca, locale, nazionale e internazionale fu segnata da questo superbo maestro che, respinto all'esame d'ammissione all'Accademia di Belle Arti di Vienna nel 1908, intraprese ben presto un percorso artistico originale, libero da suggestioni accademiche, entusiasta, raffinato rispetto allo sperimentalismo futurista, che confluì nel manifesto del 1915 Ricostruzione futurista dell'universo.
L'aria futurista che Rovereto respira nei primi decenni del 1900, è alimentata da artisti locali, perginesi e roveretani appunto, come l'architetto e scenografo Baldessari Luciano, lo scultore Melotti Fausto, Garbari Tullio, ma e soprattutto, da personalità strabilianti come Filippo Tommaso Marinetti (di cui poesia a piè di pagina Con Boccioni a Dosso Casina, da "La prima Guerra Mondiale sul Monte Baldo" di Ovidio Menegus pp. 39-40 per gentile concessione), massimo esponente della corrente futurista in Italia, amico ed estimatore di Depero. Marinetti esaltava il dinamismo della vita, fin nei suoi aspetti più nevrotici, tragici, eversivi, teorizzando una totale azione demistificatrice nei confronti dell'arte, del linguaggio, della stato sociale precostituito.

Accanto a questo, i nomi di Umberto Boccioni, Antonio Sant'Elia, Luigi Russolo, Mario Sironi, Anselmo Bucci, tutti esponenti del movimento d'avanguardia, eclettici artisti: compositori, pittori, scultori, poeti, architetti, volti a suscitare, nei fruitori delle loro opere, il senso d'inquietudine, il disagio interiore.

L'affermazione di un'individualità portata allo stremo, trova il totale compimento nell'ideologia futurista che include in essa tutta l'esperienza umana: artistica, politica, morale, del costume, sociale.
Marinetti spinse ben presto l'ideologia futurista ad oltrepassare i limiti civili rappresentati dalle istituzioni democratiche: inventore del motto "guerra sola igiene del mondo", fu quindi nazionalista, interventista, volontario in guerra (caratteristica comune ai futuristi).
Il passo fu breve e, nel dopoguerra, si fece interprete dell'ideologia fascista, cantore della guerra d'Etiopia e dell'autarchia.
Il movimento futurista pubblicò il primo Manifesto del Futurismo il 20 febbraio 1909, a Trieste, motivando la scelta della città proprio per "risvegliare l'antitriplicismo e l'irredentismo" (in Guerra sola igiene del mondo - Mov. politico futurista).

Nello scritto si legge: …Il futurismo dinamico e aggressivo, si realizza oggi pienamente nella prima guerra mondiale che- solo- previde e glorificò prima che scoppiasse. La guerra attuale è il più bel poema futurista apparso finora; il Futurismo segnò appunto l'irrompere della guerra nell'arte…Il futurismo fu la militarizzazione degli artisti novatori…Ciò che bisogna uccidere è il passatismo teutonico, fatto di pecoraggine in intelligente, di balordaggine pedantesca e professorale…Tutti d'accordo e in massa contro l'Austria.
Certo l'aggressione culturale ebbe un suo picco, quando Marinetti incitò gli studenti in questo modo, nella medesima opera: …Cominciate collo scopare fuori dalle università i vecchi bidelli tedeschi (de lollis, barzellotti, benedetto croce ecc) che abbiamo fischiati insieme

Nell'agosto 1914 Marinetti con Russolo si arruola nel battaglione Lombardo volontari ciclisti, Depero nel 1915 nell'82° reggimento fanteria Col di lana (quest'ultimo sarà riformato nel 1916).
Nel settembre, i futuristi diedero vita, in Piazza Duomo a Milano, a dimostrazioni interventiste, mettendo al rogo otto bandiere austriache.

Fondo Paolo Soardo
Nel 1915, Marinetti e il gruppo futurista, partecipa ai combattimenti sull'Altissimo e alla presa di Dosso Casina. Le azioni si ebbero tra l'estate e l'autunno 1915 e furono di una certa complessità, sia per la conformazione orografica della zona, sia per l'importante resistenza dell'avversario.
Furono schierate in prima linea alcune Compagnie del Battaglione Verona e il Battaglione Volontari Ciclisti della Lombardia. A cima Varagna, per un aiuto nel caso di evidenti difficoltà, il Val d'Adige. furono infine occupati Doss Tre Alberi, Doss Remit, Doss Casina.
Nel novembre dello stesso anno, le medesime Compagnie, ivi attestate, con una nuova azione, s'impadronirono di Doss Alto, guidati del maggiore Arturo Pugnani; scesero nella valle di Loppio, sistemandosi sulla linea Loppio-Mori.
La sensibilità futurista, la lirica di quest'avanguardia non si commuove nella tragedia bellica, anzi ne trae ispirazione, vitalità. Quelli che per noi sono funesti colpi di morte, per l'anima del movimento sono esaltanti fuochi d'artificio.
Il pericolo continuo e l'eroismo patriottico riempiono e nutrono i nervi dell'uomo.