1915 - 1918 La Grande guerra in Val d'Adige documenti
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quinta serie
16 NOVEMBRE 1915
 
LA POSTA SVIZZERA E I PRIGIONIERI DI GUERRA
p. 289- 393 estratto
 
I metodi inumani adottati in questa guerra dagli Imperi centrali e dalla Turchia loro vassalla lasciano facilmente immaginare quanto dura sia la sorte dei poveri e innumerevoli prigionieri internati nei campi di concentrazione di quei paesi. Un unico sollievo loro resta: quello di tenersi in corrispondenza coi loro cari lontani. Fra tanto strazio che fu fatto delle più elementari leggi di umanità, nessuno si sarebbe stupito se questo sacrosanto diritto di corrispondenza postale, sanzionato anche nel 1907 da una disposizione dell'Aja, fosse stato disconosciuto : per fortuna fu rispettato.
Ma occorreva un tramite per la trasmissione delle corrispondenze : dove trovarlo? Troncata d'improvviso ogni relazione tra i paesi belligeranti, una sola nazione era designata ad essere, per la sua posizione e il suo atteggiamento, l'intermediarla: la generosa Svizzera, la cui molteplice opera umanitaria che viene svolgendo sin dall'inizio delle ostilità appare tanto più alta e benefica quanto più triste e desolante si presenta la devastazione che questa guerra produce.
prigionieri austriaci a Savona
da La Guerra Italiana 3 ottobre 1915 n. 19


La Svizzera neutrale si è dimostrata necessaria all'Europa in interra, improvvisandosi tutta un immenso e prezioso laboratorio d'istituzioni di pace e di pietà confortatrice. Così essendosi assunto già l'ufficio delle informazioni per i prigionieri e gli internati, si sobbarcò anche a quello della loro corrispondenza. Da un momento all'altro, la Posta svizzera, organizzata per un servizio relativamente ristretto e con un personale notevolmente ridotto dalla mobilitazione, dovette affrontare un servizio smisuratamente maggiore, che essa assunse gratuitamente, malgrado le sue entrate fossero grandemente diminuite per causa della guerra. Essa accorda presentemente la franchigia postale non soltanto alle lettere, ai pacchi e al vaglia destinati ai prigionieri, ma anche a tutte le corrispondenze che questi inviano ai loro amici e congiunti. E fa anche di più, poiché oggidì trasmette gratuitamente la corrispondenza di più di sessanta Comitati di beneficenza fondati in Svizzera per venire in soccorso delle vittime della guerra.
Le lettere, i pacchi, i vaglia trasmessi gratuitamente sin dal principio delle ostilità sommano già a milioni. Duecentocinquanta impiegati sono permanentemente occupati in questo lavoro, e parecchie altre centinaia vi dedicano più ore della giornata.
Ecco come un corrispondente della Gazette de Lausanne, che ha potuto visitare i vari servizi installati alla Posta di Berna per le corrispondenza dei prigionieri, ci descrive lo svolgimento di questo servizio:

prigionieri italiani

prigionieri italiani
fondo Renzo Orso


"Non appena entrati, ecco arrivare un corriere dalla Francia: un gran furgone postale carico di 150 sacchi, pieni zeppi di lettere e di pacchi. Il tutto viene disposto nella vasta sala di ginnastica d'un collegio, trasformato in ufficio di posta ausiliario. Indi i sacchi si vuotano, il contenuto viene distribuito su larghe tavole e la cernita incomincia.[sic]
" Ci si fa osservare un primo particolare : i sacchi dell'estero, che in tempi normali sono sigillati con piombo, non hanno ora che un sigillo di carta. Tutti i belligeranti hanno eccellenti ragioni per economizzare il loro piombo e perfino le nostre Poste li hanno imitati. Le lettere giungono o classificate e impacchettate secondo i campi di concentrazione, o, quando c'è urgenza e la spedizione è particolarmente considerevole, soltanto riunite in pacchetti, ciò che complica naturalmente il lavoro degl'impiegati svizzeri. Grazie alla loro pratica e alla loro conoscenza del francese e del tedesco, essi sono riusciti a decifrare certi indirizzi che a prima vista sembravano assolutamente illeggibili. Moltissimi poi sono sbagliati. Tuttavia questi errori, di cui il bureau di Berna possiede già una collezione curiosissima, vanno sempre più diminuendo : il popolo comincia a famigliarizzarsi [sic.] coi nomi esteri, e l'introduzione di cartoline recanti stampato il nome del campo di concentrazione ha non poco contribuito alla maggior correttezza degli indirizzi. Assai spesso poi l'indirizzo porta soltanto il nome del campo di concentrazione dove esso si trova e non già quello della località. Di qui smarrimenti e ritardi. A forza di pazienza e di ingegnosità il personale è riuscito a compilare una lista che permette di supplire a queste lacune. Essa sa, per esempio, che una lettera indirizzata alla Barbarakaserne deve essere mandata a Bautzen, o che il Rother Turm è il nome d'uno dei campi di concentrazione di Ingolstadt ".
   


Molte di queste lettere sono indirizzate a località che si trovano nella zona delle operazioni. Un impiegato speciale, seduto a un tavolo coperto di cartine geografiche, trascorre tutto il giorno a seguire le fluttuazioni del fronte e i villaggi che passano di mano in mano.
Nell'impossibilità di dare ai prigionieri notizie delle operazioni, alcuni corrispondenti scrivono delle lettere a doppio senso in cui, in un gergo convenuto, si parla della cattiva salute della zia X..., degli imbarazzi dello zio Z..., ecc. Esse sono naturalmente respinte al mittente dalla censura dei belligeranti che, espertissima di questi sotterfugi, sa scoprire anche i trucchi più scaltri.
Un'attenzione speciale è data dalla Posta svizzera alle lettere indirizzate ai sovrani e alle più alte personalità delle varie nazioni. Guglielmo II è stato gratificato d'una corrispondenza abbondantissima. Alcuni dei suoi ignoti corrispondenti fanno appello, con parole perfettamente cortesi, ai suoi sentimenti o alla sua intelligenza. Più numerose sono le lettere ingiuriose e sprezzanti, il cui indirizzo indica già da sé solo quale ne può essere il contenuto. Queste lettere vengono trattenute. I dirigenti della politica francese e inglese non sono meno presi di mira dall'altra parte.

Tra gli altri rilievi di dettaglio, la Posta dei prigionieri di guerra ha permesso di stabilire che la Germania manca di spago. L'amministrazione ha preso cura di raccogliere pel museo postale svizzero dei campioni di spago da guerra di provenienza germanica; essa ne possiede finora ventuno, in cui tutto si trova meno la canapa. C'è il cordoncino, il filo di ferro rivestito di carta, del vimine intessuto. Desiderosa di economie, la Posta svizzera ha sottomesso questi campioni all'esame di fornitori ordinari di spago, ma questi sono stati unanimi nel dichiarare che le sostituzioni tedesche erano non soltanto meno solide, ma anche più costose della classica canapa.

Il servizio dei vaglia.

Uno dei servizi che esigono manipolazioni particolarmente minuziose è quello dei vaglia. Ne arrivano ogni giorno da 9000 a 15.000, e vanno da 50 centesimi a parecchie centinaia di lire. Sessanta persone, donne specialmente, ripartite in una dozzina di sale, sono occupate dalla mattina alla sera a trascriverli in valori svizzeri, a contarli, a verificarli e controllarli. Quasi tutto il servizio delle spedizioni di denaro tra i belligeranti è centralizzato in Svizzera. Ne arrivano da tutti i paesi : dalla Germania per il Montenegro, la Serbia, la Tunisia e il Giappone: dall'Austria per la Francia, la Serbia e il Giappone; dalla Francia per il Lussemburgo e l'Austria; dalla Gran Bretagna per l'Austria, e viceversa.
Le conversioni di tutti questi valori in moneta del paese di destinazione richiedono una molteplicità di operazioni a cui non si poté provvedere se non con un'organizzazione e una divisione rigorosissima del lavoro. Allorquando è munito d'un indirizzo esatto o leggibile (caso assai raro!), il vaglia viaggia spesso di tappa in tappa segnando i trasferimenti del prigioniero nei campi di concentrazione o d'internamento. Accade talora che il destinatario sia morto o sia stato rimpatriato nell'intervallo: ciò da luogo a interminabili corrispondenze che accrescono di molto il lavoro, il quale è già enorme se si pensa che la posta svizzera riceve da 180.000 a 200.000 vaglia al mese per i prigionieri francesi in Germania e da 30 a 40.000 per i prigionieri tedeschi in Francia, per non citare che quelli, la cui spedizione è relativamente più facile.

Il servizio dei pacchi postali

Un lavoro assai più grave di quello delle lettere è, per la posta svizzera, quello dei pacchi. Quando i sacchi si vuotano, sa ne trovano moltissimi slegati, rotti, e il contenuto ne esce da più parti. È necessario perciò far subito le debite riparazioni. A ogni arrivo, bisogna riaggiustarne in media 600 e rifarne completamente 200. Occorrono ogni mese chilometri di spago e innumerevoli balle di carta.
La maggior parte di questi umili involti contengono vettovaglie, pane, biscotti, uova, cioccolato o carne salata. Essi debbono per lo più percorrere tragitti lunghissimi e giungono non di rado a destinazione talmente avariati, che non resta altro se non prendere nota del nome del mittente e distruggerli. Particolare interessante: i pacchi: francesi portano di frequente l'indirizzo ricamato su tela con filo rosso o azzurro, e la cura dedicata a questo piccolo lavoro ha qualcosa di veramente commovente.

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