prigionieri italiani
fondo Renzo Orso
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"Non appena entrati, ecco arrivare un corriere dalla Francia: un gran
furgone postale carico di 150 sacchi, pieni zeppi di lettere e di pacchi.
Il tutto viene disposto nella vasta sala di ginnastica d'un collegio,
trasformato in ufficio di posta ausiliario. Indi i sacchi si vuotano,
il contenuto viene distribuito su larghe tavole e la cernita incomincia.[sic]
" Ci si fa osservare un primo particolare : i sacchi dell'estero, che
in tempi normali sono sigillati con piombo, non hanno ora che un sigillo
di carta. Tutti i belligeranti hanno eccellenti ragioni per economizzare
il loro piombo e perfino le nostre Poste li hanno imitati. Le lettere
giungono o classificate e impacchettate secondo i campi di concentrazione,
o, quando c'è urgenza e la spedizione è particolarmente considerevole,
soltanto riunite in pacchetti, ciò che complica naturalmente il lavoro
degl'impiegati svizzeri. Grazie alla loro pratica e alla loro conoscenza
del francese e del tedesco, essi sono riusciti a decifrare certi indirizzi
che a prima vista sembravano assolutamente illeggibili. Moltissimi poi
sono sbagliati. Tuttavia questi errori, di cui il bureau di Berna possiede
già una collezione curiosissima, vanno sempre più diminuendo : il popolo
comincia a famigliarizzarsi [sic.] coi nomi esteri, e l'introduzione di
cartoline recanti stampato il nome del campo di concentrazione ha non
poco contribuito alla maggior correttezza degli indirizzi. Assai spesso
poi l'indirizzo porta soltanto il nome del campo di concentrazione dove
esso si trova e non già quello della località. Di qui smarrimenti e ritardi.
A forza di pazienza e di ingegnosità il personale è riuscito a compilare
una lista che permette di supplire a queste lacune. Essa sa, per esempio,
che una lettera indirizzata alla Barbarakaserne deve essere mandata a
Bautzen, o che il Rother Turm è il nome d'uno dei campi di concentrazione
di Ingolstadt ". |
Molte di queste lettere sono indirizzate a località che si trovano nella
zona delle operazioni. Un impiegato speciale, seduto a un tavolo coperto
di cartine geografiche, trascorre tutto il giorno a seguire le fluttuazioni
del fronte e i villaggi che passano di mano in mano.
Nell'impossibilità di dare ai prigionieri notizie delle operazioni, alcuni
corrispondenti scrivono delle lettere a doppio senso in cui, in un gergo
convenuto, si parla della cattiva salute della zia X..., degli imbarazzi
dello zio Z..., ecc. Esse sono naturalmente respinte al mittente dalla
censura dei belligeranti che, espertissima di questi sotterfugi, sa scoprire
anche i trucchi più scaltri.
Un'attenzione speciale è data dalla Posta svizzera alle lettere indirizzate
ai sovrani e alle più alte personalità delle varie nazioni. Guglielmo
II è stato gratificato d'una corrispondenza abbondantissima. Alcuni dei
suoi ignoti corrispondenti fanno appello, con parole perfettamente cortesi,
ai suoi sentimenti o alla sua intelligenza. Più numerose sono le lettere
ingiuriose e sprezzanti, il cui indirizzo indica già da sé solo quale
ne può essere il contenuto. Queste lettere vengono trattenute. I dirigenti
della politica francese e inglese non sono meno presi di mira dall'altra
parte.
Tra gli altri rilievi di dettaglio, la Posta dei prigionieri di guerra
ha permesso di stabilire che la Germania manca di spago. L'amministrazione
ha preso cura di raccogliere pel museo postale svizzero dei campioni di
spago da guerra di provenienza germanica; essa ne possiede finora ventuno,
in cui tutto si trova meno la canapa. C'è il cordoncino, il filo di ferro
rivestito di carta, del vimine intessuto. Desiderosa di economie, la Posta
svizzera ha sottomesso questi campioni all'esame di fornitori ordinari
di spago, ma questi sono stati unanimi nel dichiarare che le sostituzioni
tedesche erano non soltanto meno solide, ma anche più costose della classica
canapa.
Il
servizio dei vaglia.
Uno
dei servizi che esigono manipolazioni particolarmente minuziose è quello
dei vaglia. Ne arrivano ogni giorno da 9000 a 15.000, e vanno da 50 centesimi
a parecchie centinaia di lire. Sessanta persone, donne specialmente, ripartite
in una dozzina di sale, sono occupate dalla mattina alla sera a trascriverli
in valori svizzeri, a contarli, a verificarli e controllarli. Quasi tutto
il servizio delle spedizioni di denaro tra i belligeranti è centralizzato
in Svizzera. Ne arrivano da tutti i paesi : dalla Germania per il Montenegro,
la Serbia, la Tunisia e il Giappone: dall'Austria per la Francia, la Serbia
e il Giappone; dalla Francia per il Lussemburgo e l'Austria; dalla Gran
Bretagna per l'Austria, e viceversa.
Le conversioni di tutti questi valori in moneta del paese di destinazione
richiedono una molteplicità di operazioni a cui non si poté provvedere
se non con un'organizzazione e una divisione rigorosissima del lavoro.
Allorquando è munito d'un indirizzo esatto o leggibile (caso assai raro!),
il vaglia viaggia spesso di tappa in tappa segnando i trasferimenti del
prigioniero nei campi di concentrazione o d'internamento. Accade talora
che il destinatario sia morto o sia stato rimpatriato nell'intervallo:
ciò da luogo a interminabili corrispondenze che accrescono di molto il
lavoro, il quale è già enorme se si pensa che la posta svizzera riceve
da 180.000 a 200.000 vaglia al mese per i prigionieri francesi in Germania
e da 30 a 40.000 per i prigionieri tedeschi in Francia, per non citare
che quelli, la cui spedizione è relativamente più facile.
Il
servizio dei pacchi postali
Un
lavoro assai più grave di quello delle lettere è, per la posta svizzera,
quello dei pacchi. Quando i sacchi si vuotano, sa ne trovano moltissimi
slegati, rotti, e il contenuto ne esce da più parti. È necessario perciò
far subito le debite riparazioni. A ogni arrivo, bisogna riaggiustarne
in media 600 e rifarne completamente 200. Occorrono ogni mese chilometri
di spago e innumerevoli balle di carta.
La maggior parte di questi umili involti contengono vettovaglie, pane,
biscotti, uova, cioccolato o carne salata. Essi debbono per lo più
percorrere tragitti lunghissimi e giungono non di rado a destinazione
talmente avariati, che non resta altro se non prendere nota del nome del
mittente e distruggerli. Particolare interessante: i pacchi: francesi
portano di frequente l'indirizzo ricamato su tela con filo rosso o azzurro,
e la cura dedicata a questo piccolo lavoro ha qualcosa di veramente commovente. |