1915 - 1918 La Grande guerra in Val d'Adige documenti
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CONTO CORRENTE POSTALE
Cent. 20
5 SETTEMBRE 1915 - 1 SERIE - N. 15
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CRONISTORIA ILLUSTRATA DEGLI AVVENIMENTI
redatta da ENRICO MERCATALI e GUIDO VINCENZONI
PERIDICO SETTIMANALE
[IL MONTE BIAENA]
p. 231
Sul Biaena le fortificazioni austriache si vanno delineando come delle ferite sulla immane faccia del monte. Sono scorticature di rocce, tratteggi di terra mossa. Il materiale scavato, trasportato dalle piogge, ha formato delle colate chiare e rosate nei canaloni e sulle pareti a picco delle creste. Si scava e si scava lassù. Il Biaena, vario, tutto pianori e dirupi, coronato da rocce a picco, fronteggia un gomito della valle dell'Adige, al di là della cittadina di Mori, e si presta ad una difesa di sbarramento. Sulla sua vetta lo scoglio appare forato da cannoniere: la fortezza più alta non è sul monte, è dentro al monte. Ci sono voluti anni di lavoro per annidare le artiglierie nel cuore delle immani scogliere.

Le opere colossali che l'Austria aveva fatto sulle formidabili barriere delle Alpi dimostrano, non soltanto la preparazione minuziosa di una guerra per noi inevitabile, ma dimostrano anche un concetto altissimo del nostro valore. Non è contro un avversario disprezzabile che si accumulano ostacoli di questa mole. Quando noi ci sentivamo più deboli, l'Austria c'indovinava forti, ci presentiva pieni di energie imprecisabili, di risorse imprevedibili, di volontà insospettate: nessuna posizione le pareva solida abbastanza, e per poterci battere apprestava le armi più numerose e possenti che la scienza militare può fornire.
Il Biaena visto dalle postazioni italiane 1916 - Fondo Simonetta Tisato
II Biaena, con le sue trincee che sembrano sospese come cornici al bordo di pareti rocciose, coi suoi sentieri coperti che cercano il cavo ombrato dai canaloni, con le sue batterie che s'intravvedono nel verde delle boscaglie, con le sue fortezze nascoste nella sagomatura turrita della cresta, il Biaena ampio, oscuro, ostile, imponente, un pò velato nello sfondo della Valgarina, è in fondo un monumento di paura.
I numerosi paeselli dalla parte nostra dell'Adige ricevono strani messaggi dal nemico: sono proclami, avvertimenti, inviti, spediti dentro bottiglie vuote che l'acqua trascina. Comunicazioni da naufraghi.
CASA EDITRICE SONZOGNO - MILANO
 
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