1915 - 1918 La Grande guerra in Val d'Adige documenti
notizie tratte da:
CONTO CORRENTE POSTALE
Cent. 20
27 GIUGNO 1915 - 1 SERIE - N. 5
banner la guerra italiana
CRONISTORIA ILLUSTRATA DEGLI AVVENIMENTI
redatta da ENRICO MERCATALI e GUIDO VINCENZONI
PERIDICO SETTIMANALE
I GAS ASFISSIANTI E
LA MASCHERA PROTETTRICE
p. 72
L'esercito italiano nella sua preparazione si è preoccupato anche d'immunizzarsi contro un metodo di guerra usato dalla barbarie tedesca : i gas asfissianti. Già sono allestite le maschere perché i soldati possano, senza nocumento, affrontare i nemici, qualora questi, anche sulle frontiere italiane, ricorrano a tali slealissimi mezzi di guerra già deplorati da tutto il mondo civile.
Quali siano precisamente i gas asfissianti usati dai tedeschi in guerra non si può dire con certezza, ma si può congetturare con molta probabilità.
Infatti - scrive P. Giacosa sul Corriere della Sera esponendo alcuni studi fatti da lui e dal prof. Morselli - le informazioni confermano che si tratti di cloro e bromo, anidride solforosa e forse anche ipoazotide o biossido di azoto. Si sa che i gas viaggiano in strati che rasentano il suolo e in condizioni favorevoli possono raggiungere uno spessore di più di due metri : sono dunque gas pesanti, che non s'alzano nell'aria. L'ossido di carbonio, più leggero dell'aria, rimane escluso : questo gas, che si produce nella proporzione del 50 per cento nella detonazione delle polveri senza fumo, scompare così rapidamente che non se ne trova traccia nella zona respirabile dopo lo sparo delle artiglierie.
Il bromo pesa 5.5 volte più dell'aria, il doro 2.5, l'ipoazotide 3 volte, l'acido solforoso 2.2 volte: aprendo una boccia di bromo, i fumi gialli traboccano, scendono lungo i fianchi della boccia e si adagiano a terra.
 
immagine dal film "Fraulein Doktor" di Lattuada
Le relazioni dicono di una colorazione verdastra o rossastra di gas ; verdastro è il doro, bruno rosso il bromo e l'ipoazotide ; l'anidride solforosa è incolora e spande un odore irritante, molto acuto.
In quanto agli effetti convien notare che questi gas non sono soltanto nocivi alla respirazione: essi attaccano la mucosa della congiuntiva dell'occhio, danno bruciore, lacrimazione, congiuntiviti gravissime e perdita della vista. Di più, attaccano la pelle. Ma nell'ordine della loro imminenza precedono i pericoli della respirazione che possono dare pneumoniti tossiche gravi e dolorose, anch'esse mortali.
Le maschere difendono soltanto i polmoni, scongiurano perciò il pericolo primo e più grave ; esse devono adattarsi bene ai rilievi e alle infossature delle guance, del mento e del naso, affinché, durante la inspirazione che crea una pressione negativa, non si faccia un richiamo d'aria per le commessure.
Questa è la grande difficoltà della maschera, che per essere perfetta dovrebbe avere un recipiente adatto a contenere i reattivi antitossici più efficaci, chiusi in modo da non poter venire in contatto con la pelle, e nello stesso tempo combaciare esattamente.
Condizioni essenziali perché la maschera protegga validamente sono : che la maschera offra il minore ostacolo possibile al passaggio della corrente, d'aria; perché si deve notare che una lieve difficoltà a respirare, massime quando la respirazione è accelerata per la concitazione dei movimenti, non si può sopportare senza che si induca un senso di ambascia crescente, assai penosa; o che, per l'azione del gas asfissiante sopra il materiale della maschera, non si formino sostanze pericolose e irritanti la pelle.
E il prof. Giacosa aggiunge che bisogna anche difendere gli occhi e per ciò consiglia l'uso di una cuffia che chiuda tutto il capo, scenda al collo dove possa legarsi con un sottogola, oppure serrarsi nel bavero della giubba rialzato o sotto la cravatta : qualche cosa sul tipo dei passamontagna usati contro la tormenta. Potrebbe essere fatta anche di stoffa leggera, ma fitta, perché un buon arresto sufficiente per la durata dell'azione dei gas lo darebbe sempre. Dovrebbe avere all'altezza degli occhi un'apertura trasversale chiusa da una lamina di mica o di celluloide, la quale permettesse ai due occhi di guardare liberamente; un'altra apertura davanti alla bocca potrebbe ricevere come in una busta il batuffolo di cotone imbevuto di soluzione o caricato di sali in polvere; oppure l'apertura potrebbe essere libera, l'orlo imbottito di cotone in modo da comprimere sulla maschera adattata previamente al viso.
sala bagni per colpiti da gas - foto S.F.E.I.
 
Questa maschera è quella dell'esercito inglese: con essa tutto il viso rimane coperto, e presso del setto nasale, sino a metà della fronte, vi è la protezione trasparente della celluloide.
 
L'officina di Monfalcone
bomba a gas austro tedesca
Quando i nostri soldati sono entrati a Monfalcone hanno avuto la prova che gli austriaci avevano l'intenzione di usare contro di loro i gas asfissianti. Si era infatti trasformata un'officina, in cui si fabbricava soda ammoniacale, in laboratorio per la produzione di gas, non solo da racchiudere nelle granate di cannone, ma in serbatoi e in canalizzazioni speciali.

Da un mese gli austriaci si erano accinti all'opera senza interruzione, lavorando giorno e notte, installando condotte sotterranee che dal laboratorio di Monfalcone arrivavano all'Isonzo. Il laboratorio prima fu danneggiato dalle bombe degli aviatori e dalle cannonate dei cacciatorpediniere, poi occupato definitivamente dalle truppe appena entrate in città.

Questa officina ha un'importanza somma per l'Italia, sia agli effetti militari, perché era l'unica che in Austria-Ungheria producesse gas asfissianti, sia per l'industria chimica italiana, non esistendo nel Regno fabbriche di soda ammoniacale, della quale si consumano circa 5000 vagoni all'anno, importati dall'estero.

Appunto nello stabilimento per il carbonato di soda " Adria ", creato nel 1913 dalla Società Adriawerke, ditta sostenuta dai maggiori istituti bancari, e fra questi dalla casa Rothschild, si fabbricavano i gas asfissianti.

Principale obbiettivo della Società era, per il passato, quello di inviare i propri prodotti di soda e cloruro in Italia, dove purtroppo l'importantissima industria non esiste, con grave danno di molti stabilimenti, fra i quali non ultimi quelli per gli esplosivi.
bomba a gas austro tedesca
 
 
Una casa straniera che tiene quasi il monopolio del prodotto, mossa dalla concorrenza della fabbrica di Monfalcone, iniziò la costruzione di uno stabilimento del genere a Castiglioncello presso Livorno, sfruttando un sale che si trova nel Volterrano ; ma la guerra europea ne impedì l'esercizio.
Lo stabilimento di Monfalcone era invece in pieno esercizio, ed ora potrebbe - sfruttato dagli italiani - fornire all'industria italiana i prodotti sodici.
CASA EDITRICE SONZOGNO - MILANO
 
torna alla foto