I
comunicati ufficiali del 29 giugno parlarono della cascata e dell'impianto
idroelettrico del Ponale, guastato dagli alpini; ma l'impresa perigliosa
è stata raccontata inesattamente dai giornali.
II Ponale (vedi incisione pag. 99) è un rapido torrente che esce dal
lago di Ledro e va poi a finire nel Carda, dopo una successione di
cascate prodotte dal dislivello che esiste tra i due laghi e che davano
vita alle due centrali elettriche di Riva e di Rovereto. Si pensi
che l'energia prodotta dalle due centrali forniva; la corrente ad
alta tensione ai reticolati nemici disposti intorno a Riva e a Rovereto;
questa fu principalmente la causa che spinse i nostri a tentare la
distruzione dell'impianto; che se si avesse dovuto ottenere per risultato
di togliere la luce solo alle città non valeva la pena di accingersi
all'impresa. Bisogna però premettere che nella notte sul 26 un alpino,
da solo, si era portato in esplorazione verso il Ponale, onde recare
poi ai compagni le necessarie indicazioni per il compimento dell'ardito
disegno.
Gli alpini partirono quando più fitte erano le tenebre, e giunsero
a tarda notte presso l'impianto idroelettrico.
Due soldati- scavate alcune buche - vi posero l'esplosivo: e dopo
pochi minuti la costruzione saltava con un formidabile scoppio che
si ripercosse a lungo per la vallata, portando la lieta notizia a
quelli che l'attendevano ansiosamente. I nostri ritornarono al campo
dopo dodici ore di marcia, con un solo ferito leggero, e avranno tutti
una degna ricompensa.
Torbole, Riva, Arco e Rovereto sono al buio, ma sono sopra tutto innocui
i terribili reticolati che il nemico aveva disposti con infernale
abilità e vi annetteva una grande importanza : basti dire che l'arciduca
ereditario d'Austria si è poi recato a Riva per constatare l'effetto
della nostra azione e per vedere se sia possibile portarvi qualche
rimedio. Ma, se mai, ci penseranno anche i nostri... alpini. |
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Ponale,
tavola da La Guerra italiana p. 99
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