All'atto dell'Armistizio nella stazione di Trento furono rivenute
una quarantina di locomotive a vapore abbandonate dagli austriaci
perché rese fuori uso per i "colpi di fuoco" provocati dalla non corretta
conduzione del forno, affidata a personale addestrato in modo sommario.
Sia la linea per Verona che quella della Valsugana non risultavano
percorribili. La precedenza nella riattivazione fu data alla ferrovia
del Brennero, consentendo già dal 19 novembre del 1918, con il ripristino
di tre chilometri di binario a sud di Rovereto e la riparazione del
ponte sul Leno, fatto saltare dagli austriaci in fuga, l'arrivo a
Trento di un primo convoglio imbandierato, partito da Verona.
La linea del Brennero era già stata armata dalle ferrovie austriache
con doppio binario fino a Calliano. Caratteristico nel tratto italiano
rimarrà sino al 1923 il passaggio a Ceraino sul ponte levatoio
all'interno del forte della Chiusa Veneta.
Negli anni precedenti la guerra il servizio verso l'Italia avveniva
con il cambio della locomotiva ad Ala, stazione di confine. Con l'arrivo
degli italiani il piano di circolazione fu rivisto, assegnando a Trento
funzioni di deposito non solo per la linea della Valsugana, come già
avveniva sotto l'Austria ma anche per le tratte Verona - Trento e
Trento - Bolzano. |
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